Vita, arte, mostre e libri

Un lenzuolo volato in alto

«Il libro della natura», come Chagall chiamava le Sacre Scritture, è un ampio e variegato corredo di immagini cariche di simbologia che lo portò a scrivere: «Mi è sempre sembrato e mi sembra tuttora che la Bibbia sia la principale fonte di poesia di tutti i tempi. Da allora, ho sempre cercato questo riflesso nella vita e nell’arte». Uno dei modi utilizzati dalla Scrittura per narrare sia le tappe del cammino delle singole persone e dei vari popoli sia l’approdo finale dell’esistenza si riassume nella parola “cielo“.

Da sempre gli umani hanno guardato al cielo come l’ambito del divino. Come in quasi tutte le culture e civiltà, anche nella Bibbia l’osservazione del cielo è piena di un senso profondamente religioso: nell’Antico Testamento con l’affermazione che tutto quanto esiste è stato creato da Dio, compreso il cielo, la sua dimora; nel Nuovo Testamento si inizia a far coincidere la parola “cielo” con il nome divino e la vita dei beati con lo stare per sempre con Gesù, nel “paradiso” o in “cielo”.

Chissà quante volte durante la malattia, la persona inferma avrà formulato nel cuore un’invocazione simile a questa del salmista: «Alzo gli occhi verso i monti: / da dove mi verrà l’aiuto? / Il mio aiuto viene dal Signore, / che ha fatto cielo e terra» (121,1-2).

L’artista regala cieli in continuo movimento, guardati con stupore, creati nelle trasparenze desiderate che si confermano simboli di speranza e portatori di serenità e di libertà.

Nel tessuto che solitamente odora di fresco e di mattino e protegge il dono della serenità e della libertà, Facchinetti fa memoria delle lotte e delle fatiche vissute da donne e da uomini e, attingendo dall’esperienza interiore e dal corredo simbolico, ricrea segni evocativi di grande pathos. Le pieghe delle lenzuola celano e, nel contempo, fanno intuire i sentimenti umani più profondi: la gioia, il dolore, le paure, le attese, le speranze, le delusioni, la nascita, la morte, il tempo.

Le differenti varietà cromatiche delle lenzuola prima e dei cieli poi rimandano alla recente faticosa tappa del Covid riletta nel passato drammatico e sofferto e nell’apertura di un futuro più sereno. La lirica visionarietà che traspare nelle lenzuola e nei cieli rivela il pensiero dell’artista sull’anelito alla vita e alla gioia, sul significato del dolore e delle prove, sul dilemma esistenziale tra bene e male, sul rapporto tra uomo e Dio.

Grazie alla costante lungimiranza della Fondazione Credito Bergamasco, è in visione al M.A.C.S. e nella Basilica di San Defendente la mostra “Trasparenze” nella serie dei Cieli, dei Lenzuoli e delle Polaroid dove ci interpellano opere create con la sapiente energia di Paolo Facchinetti abile a trasfigurare attraverso l’arte, con leggerezza il dolore e con levità la speranza, rimanendo legato alle realtà profonde dell’animo umano.

Con la prima parte della poesia «… un lenzuolo volato via» (2022) di Susanna Zancanaro, auguro a ogni persona in cammino pur coi piedi assai affaticati, che qualsivoglia lenzuolo, in un modo o in un altro, s’apra alla luce o almeno faccia intravedere il traguardo perché il nostro autentico “desiderio” deriva infatti dalle stelle («de sideribus»), per poi tornare al Cielo.

«… un lenzuolo volato via
nel cielo terso del tuo inverno
in un tramonto che spira
l’ultimo colore dell’orizzonte».

Tarcisio Tironi, Direttore Museo d’Arte e Cultura Sacra – Romano di Lombardia, 2024